Ci siamo stati e vorremmo tornarci. Non ci siamo stati e vorremo andarci. In ogni caso abbiamo l’impressione di conoscerla come se ci vivessimo perché l’abbiamo vista milioni di volte alla tv o al cinema. New York è senza dubbio una delle città più fascinose al mondo, qualunque sia la vostra sfera di interessi.
Per noi che amiamo l’architettura e ci divertiamo a tentare di riprodurla con la stampa 3D, New York è un vero paese dei balocchi. Strade dritte su una maglia ortogonale, un’altimetria dovuta esclusivamente al costruito ed interrotta solo dai limiti dell’isola e dal grande vuoto verde di Central Park, blocchi regolari di edifici… e poi che edifici! Non ci dilunghiamo elencandoli tutti poiché tra i 5.818 grattacieli che Wikipedia censisce nei vari distretti della città, anche scremando molto e limitandoci solo ai più famosi e alti di Manhattan, ne rimarrebbero comunque troppi. Lasciamo ai più volenterosi il compito di provare ad elencarli.
Noi, invece, la nostra volontà l’abbiamo impiegata nel tentare di riprodurre tridimensionalmente un’ambiente così denso in uno spazio molto più piccolo. Ci siamo concentrati sull’estremità meridionale dell’isola, quella del World Trade Center e Wall Street, per intenderci. Quella in cui sorgono molti dei 92 edifici conclusi alti più i 183 metri, escluse le antenne, e che possiede uno degli skyline più affascinanti al mondo. Intorno a questi giganti un susseguirsi di isolati con costruzioni più basse che enfatizzano lo slancio delle torri e contribuiscono a rendere evidente, nelle viste dall’alto, quale sia la dislocazione dei centri del potere economico e non solo.
Ricerca del modello 3D di New York
Avremmo potuto e voluto modellare tutta New York. Non sarebbe stato molto complicato in funzione del livello di dettaglio che desideravamo raggiungere. In fin dei conti, però, quest’avventura newyorkese era un gioco fine a se stesso e la modellazione avrebbe reso questo gioco troppo lungo.
Per questo motivo ci siamo rivolti alla rete trovando un ottimo modello dell’area di Lower Manhattan pronto all’uso su Thingiverse. Il modello, frutto del lavoro di MaximSachs, è l’unione di una serie di formelle e può essere stampato formella per formella o in blocco. A seconda della scelta, naturalmente, si otterranno modelli di scala diversa.
Considerazioni sulla stampa
Noi abbiamo optato per la stampa dell’intero modello in un unico file. Eravamo attratti dall’insieme e desideravamo misurarci con la difficoltà di stampare una sequenza di parallelepipedi di piccole dimensioni. Ne è uscito un modello con una base di 19×14,9 cm che sviluppa un’altezza di poco meno di 4 cm. In realtà non abbiamo badato al fattore di scala ma, considerando l’altezza reale dell’edificio più alto, calcoliamo di essere intorno all’1/10.000.
Il nemico maggiore di una simile tipologia di stampa, così piena di elementi verticali staccati uno dall’altro e privi di supporti, è sicuramente lo stringing. In effetti ci abbiamo lavorato un po’ sù mettendo in atto tutte le strategie del caso: riduzione della temperatura di stampa, parametri di ritrazione del filamento e velocità di spostamento dell’ugello durante i tratti privi di estrusione.
Oltre allo stringing, temevamo che, vista la dimensione molto ridotta dei singoli edifici, la loro geometria potesse risultare deformata. Ogni lato è veramente molto piccolo. L’ugello cambia verso in continuazione e questo ci ha suggerito di ridurre la velocità di stampa in modo da limitare il più possibile ogni deformazione dovuta all’inerzia nel cambio di direzione. Il tempo di stampa ne ha naturalmente risentito, ma non ce ne siamo preoccupati più di tanto dal momento che non si trattava di una stampa commerciale con i relativi risvolti economici. In ogni caso abbiamo cercato di rimediare impostando la risoluzione più grezza che avevamo a disposizione: 0,2 mm.
Esito del processo di stampa
Il risultato finale ci soddisfa, anche se è migliorabile. Qui a Plastico siamo perfezionisti, ma riteniamo di aver ottenuto un modello apprezzabile, seppure con qualche piccola pecca imputabile principalmente al fatto di avere portato la stampante vicino al limite, imponendole un lavoro ad una scala così ridotta.
Ci ripromettiamo di provare a stampare una singola formella ad una scala maggiore per valutarne gli esiti.